Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Factory Fattori | 29 Maggio 2023

Scroll to top

Top

René Cunéaz due anni dopo

René Cunéaz due anni dopo
Saverio Fattori
René Cunéaz e Stefano Righini

Non sempre torno sui personaggi che ho intervistato, a dire il vero quasi mai. Report aveva una rubrica che andava a verificare nel tempo se la loro inchiesta aveva sortito risultati. E spesso c’era da andare in depressione, i “cattivi” quasi mai pagano.

Domenica scorsa ho assistito alla diretta della Maratona di Ravenna Città d’Arte, valevole anche come Campionato italiano Assoluto e Master 2019 di Maratona, e ho rivisto Cunéaz. E l’ho visto arrivare quarto assoluto e primo italiano, conquistando così il titolo. Due anni fa quando lo intervistai il sogno era un posto agli Europei di Berlino, sarebbe stato un miracolo, un bel miracolo, una favola, René non è professionista, è operaio e turnista. Non è facile, si sa. Confesso che l’avevo perso un po’ di vista, rivisto recentemente in una mezza con lo stesso sorriso che ricordavo, prima di Ravenna.

Decido quindi di ricontattarlo per la rubrica COME E’ ANDATA A FINIRE…

Diciamo che nel gennaio 2018 avevo ottenuto un periodo di aspettativa non retribuita dalla mia azienda, la Cogne acciai speciali di Aosta, per riuscire a qualificarmi per i Campionati europei a Berlino. Purtroppo nel mezzo della preparazione un fastidio alla schiena mi ha bloccato e la risonanza magnetica aveva dato un referto di microfrattura all’ala sacrale. Sono rientrato a correre soltanto a settembre 2018 e dopo tre mesi ero tornato a correre e vincere la mezza di Milano a Novembre vicino al personale. Però la settimana dopo ho avuto un fastidio alla coscia ed avevano riscontrato una lesione del muscolo sartorio. Così avevo dovuto saltare la Maratona di Rotterdam ad aprile. Tornato ad allenarmi bene avevo deciso (insieme a Giorgio Rondelli) di preparare le gare più corte come 3000, 5000 e 10.000 nella prima parte di stagione e di correre la Maratona di Ravenna valida come campionato Italiano nel finale di stagione. Così è stato, e correndo meno chilometri del solito mi sono sempre sentito bene durante tutte le competizioni svolte. La paura di avere una ricaduta a livello di infortuni mi ha portato a correre molto meno chilometri rispetto agli scorsi anni. Però provare una preparazione mirata sulla brillantezza mi caricava mentalmente. Ma domenica in gara ho avuto qualche difficoltà nel chiudere i 42 km in spinta come le precedenti maratone svolte. Ma vincere il titolo italiano è sempre bello e per il prossimo anno mi sento pronto a tornare sui chilometraggi precedenti all’infortunio per provare a scendere sotto il mio primato di 2h15.32 corso a Francoforte nel 2016.