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Factory Fattori | 29 Maggio 2023

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ADESSO SI’

ADESSO SI’
Saverio Fattori

Adesso sì correre ha davvero senso, adesso non ti fanno i complementi a caso perché loro non ce l’avevano quella cosa strana che non potevano comprendere e che identificavano come “costanza”. Ti dicevano: Ma che bravo che sei corri tutti i giorni, ma bravo io non ce l’avrei mica tutta quella costanza, ma corri davvero tutti i giorni? Anche quando è caldo? Anche quando c’è il gelo? Ma bravo, ma che costanza, io non ce la farei.

Adesso che ti guardano storto, come guarderebbero un ergastolano evaso dal 41 bis e spiano le foto che metti sulla tua pagina Facebook, ora che sei circondato da onesti cittadini delatori, ora ha senso, ora che la Stasi ti sembra un ente quasi misericordioso, ora che ti appresti a girare come protagonista La corsa degli altri, ora che fai le ripetute giù di sotto nel parcheggio sotterraneo in orari assurdi, ora che fai i medi con i documenti falsi mentre trascini un trudino di koala, che poi ti beccano perché pensavi fosse un cocker ma i prodi agenti di pubblica sicurezza non ci cascano, i trudini non fanno i bisognini, e sanno soprattutto che non ci sono i koala in Pianura padana e poi tocca a te abbaiare e già stai in affanno, e non sai che cavolo di verso emette un maledetto koala, ma tu un animale domestico non lo hai mai voluto, e le nutrie ora proprio non si prestano, le hai sempre schifate e ora ti ignorano pure loro.

Adesso sì correre ti dà l’adrenalina della clandestinità, ora che ti prendi dell’estremista edonista, ora che davvero non la capiscono la tua ossessione, davvero non ci arrivano per quanto possano sforzarsi, sempre ammesso che sforzarsi, o meglio, entrare in empatia, sia possibile in questo tempo assurdo in cui tutti stiamo tappati in casa davanti a un televisore che ci racconta l’Apocalisse in diretta, tra un bollettino di guerra dei morti e la gente col tricolore messo sbagliato, hanno la bandiera bulgara e cantano al balcone canzoni stonate dall’album Trattamento Sanitario Obbligatorio.

Adesso sì la corsa non è più solo selfie e turismo podistico, medaglie e sorrisoni, ma trasgressione pura, oltre l’alcol, le droghe, il sesso: sei lì lungo uno stradone ghiaiato per gli allunghi e senti un rumore, ti nascondi dietro a un pioppo, tu sei magro (per forza, corri da sempre) ma purtroppo il pioppo lo è ancora di più e il Pick-up che senti arrivare è quello del contadino che ha licenza di sparare a vista al podista maledetto, come fossi finito nell’Alabama degli anni Trenta del secolo scorso (che pare tiri oggi la stessa aria che tirava allora) quando dalle piantagioni qualcuno scappava e insomma, tocca mollare alla settima ripetuta veloce e ne rimanevano tre ma la pelle a casa la vuoi riportare, a passo del giaguaro, nelle campagne piatte, tra un argine e un canale che in questa stagione per fortuna è guadabile, e il fango del letto te lo spargi in faccia così che le prime ombre della sera ti possano essere alleate, e non sei un podista cacciatore di sportine alimentari sei piombato in un conflitto che non hai voluto tu, o sei finito tuo malgrado su DMAX Canale 52, ti sei sempre detto sono dei fuori di testa quelli che partecipano a quei format di sopravvivenza in ambienti ostili e situazioni estreme, ma poi metti a fuoco che la follia ti ha sempre preso per mano e ora si presenta davvero al massimo della forma, perché tu senza muovere il cuore in fretta proprio non ci stai e sei programmato per correre, correre, correre, nonostante il Presidente del Consiglio sembri un uomo cortese e rispettabile, umano, nonostante risvegli gli ormoni sopiti di un sacco di casalinghe ad ogni decreto a reti unificate e sembra quasi convincerti e vai a letto e ti ripeti Domani smetto, domani smetto. Domani, sempre domani, tranquillo Conte, domani mi metto tranquillo con un birra in balcone, da domani non corro più, né in gruppo né da solo. Il solito ritornello dei tossici. Domani smetto.

L’ho sempre detto in tempi non sospetti, devono menarci a noi che corriamo, arrestarci o giù di lì.

Articolo già uscito sulla rivista Correre